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L'esercizio delle competenze deboli dell’Unione

Particolare attenzione sarà riservata alle misure adottate per far fronte sia agli effetti immediati che alle prevedibili ripercussioni della crisi pandemica sulla salute e sul benessere dei cittadini e sulle strutture economiche e sociali degli Stati membri. Alcune misure sono rimaste di competenza dei singoli Stati, mentre altre, quelle che richiedono uno stretto coordinamento a livello europeo sono state affidate alle istituzioni dell'UE. Ciò ha comportato un uso molto ampio dei poteri dell'Unione in settori in cui i Trattati le conferiscono solo poteri limitati, come la protezione della salute umana, la ricerca, la protezione civile, il turismo, la politica sociale e occupazionale, l'istruzione. In effetti, le istituzioni dell'UE hanno adottato un cospicuo numero di raccomandazioni, linee guida e decisioni vincolanti in tal senso. L'esempio emblematico è il crescente intervento dell'Unione nell'ambito della tutela della salute umana, con l'attivazione del RescEU Medical Service, successivamente rafforzato. Solo con il trattato di Lisbona all'Unione sono stati conferiti poteri specifici in questo settore, ma limitati a incoraggiare, sostenere e coordinare la cooperazione tra gli Stati membri nel settore della sanità pubblica in generale (articolo 168 TFUE). Di fronte a queste premesse, sorprende il numero e la portata delle misure che l'Unione è riuscita ad adottare in questo settore da quando è esplosa la pandemia. Un'altra misura innovativa è l’Emergency Support Instrument, attivato per la seconda volta nella storia dell'Unione europea nell'aprile 2020 (la prima è stata nel 2016, nel contesto della “crisi dei rifugiati). Secondo la strategia europea sui vaccini presentata dalla Commissione europea per accelerare lo sviluppo, la produzione e la diffusione di vaccini contro COVID-19, la Commissione ha mobilitato una parte significativa del bilancio disponibile nell'ambito di questo strumento e ha utilizzato l'accordo di appalto congiunto dell'UE per contromisure mediche per garantire forniture di vaccini sufficienti per gli Stati membri attraverso un ampio portafoglio di accordi di acquisto anticipato con aziende produttrici di vaccini. Oltre a questo, va ricordato il contributo dato dall'Unione nel settore della protezione della salute umana attraverso il finanziamento della ricerca collaborativa (articoli 180 e 182 TFUE) per lo sviluppo di vaccini, trattamenti, nuove apparecchiature e dispositivi medici, nonché sulla ricerca epidemiologica sulla diffusione del Covid-19. Nel settore dell’istruzione, tra le altre iniziative nell'ambito di Next Generation EU e del programma Erasmus+, un'attenzione particolare merita il Piano d’azione per l’istruzione digitale (2021-2027), che il Parlamento europeo ha sostenuto nella sua risoluzione sul futuro dell'istruzione europea nel contesto del Covid-19. Anche il turismo, fortemente colpito dalla pandemia, è stato oggetto di attenzione da parte dell’Unione. Il 15 giugno 2020, la Commissione Europea ha lanciato la piattaforma “Re-open EU”, che fornisce una panoramica aggiornata delle restrizioni alla libera circolazione in atto nei diversi Stati membri dell'Unione. Essa è stata adottata come una delle misure annunciate dalla Commissione nel suo pacchetto Turismo e trasporti per aiutare i viaggi e il turismo in sicurezza nell'UE rispettando le necessarie precauzioni sanitarie. Infine, nuove misure sono state adottate nell’ambito delle politiche sociali ed occupazionali. La Commissione ha infatti adottato diversi nuovi meccanismi volti a mitigare l'impatto socio-economico del Covid-19, in particolare: il Coronavirus Response Investment Initiative; la Coronavirus Response Investment Initiative Plus; lo strumento europeo di sostegno temporaneo per mitigare i rischi di disoccupazione in caso di emergenza (SURE); il Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe (REACT-EU). Questi meccanismi appaiono come un primo tentativo di costruire la cosiddetta Unione Sociale Europea. Lo scopo dell'analisi dovrebbe quindi essere quello di stabilire in che misura queste misure favoriscano uno sviluppo sostanziale del concetto di solidarietà all'interno dell'UE. 

 

Unità responsabile dell’area di ricerca: Università di Roma Tor Vergata

Ultimo aggiornamento

05.08.2023

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